La Civiltà Madre

 

 

 

Considerando Ur la frontiera cronologica tra storia e preistoria, il primo dato considerevole è l'norme squilibrio  esistente tra le due sponde temporali, con circa 5.000 anni di storia a confronto di circa 50.0000 anni di preistoria della nostra specie. Ma la cosa ancora più rimarchevole nel nostro contesto è il fatto che la "storia  scritta" della civiltà ha il suo precursore nella testimonianza della preistoria "descritta" dal patrimonio mondiale di una enorme quantità di opere d'arte create dall'umanità primavere ovunque vivesse, con la permanenza di reperti che hanno sfidato i millenni formando un immenso archivio di carattere pittografico, lasciatoci a descrivere la storia della preistoria. E' proprio la documentazione globale di questo patrimonio tanto artistico quanto storico a cui l'archeologo Emmanuel Anati ha potuto attingere nel suo ruolo di direttore del Centro Camuno di Preistoria, dalla cui sede in Val Canonica ha organizzato innumerevoli simposi internazionali tra archeologi, antropologi e paleoantropologi di tutto il mondo; senza contare la gestione dell'Archivio Mondiale dell'Arte Rupestre per conto dell'UNESCO. In questo contesto, dato dallo sviluppo dei mezzi tecnologici di comunicazione e di archiviazione digitale della documentazione mondiale, che per Anati, rivestendo un ruolo d'indubbia centralità organizzativa, è diventato possibile avere una visione globale idonea a formulare i  primi tratti concreti per una Storia Totale. 

 

 

Un primo dato sbalorditivo, documentato dall'insieme dei reperti pervenutoci dall'epoca preistorica,  è che oltre il 90% riguarda materiale artistico, espressioni di arte visiva, motivi estetici sia figurativi e naturalistici sia  astratti a forma di simboli e diagrammi, con tecniche a graffito come disegni incisi, pitture dipinte, bassorilievi e sculture a tutto tondo. Il tutto fu affidati intenzionalmente a supporti durevoli nel tempo, anzitutto alla roccia, più recentemente all'esterno, più indietro nel tempo a grotte naturali, come quella di Altamura descritta come "Capella Sestina della preistoria", oltre all'arte mobile in ossa e avorio tra cui le cosiddette "Veneri". L'insieme di questi reperti estetici rappresentano l'illustrazione  codificata dei rispettivi mondi culturali inerenti alle varie epoche coinvolte, accomunati dalla volontà di sfidare il tempo che presiede a ogni evoluzione. Secondo la cronologia assoluta, retrocedendo nel tempo il periodo preistorico è formato dal Neolitico durato 4-5 mila anni a cominciare dalla fine dell'Era Glaciale intorno al 8000 a.C.: ad esso precedete il Paleolitico superiore, che inizia circa 45 mila anni prima, durante la Glaciazione di Würm, con cui finisce per l'avvento dell'odierna epoca solare. La cosa più importante è dato dall'evidenza che tutta la grande creatività artistica, che danno testimonianza primaria della preistoria, ebbe origine nel Paleolitico glaciale, più precisamente l'arte visuale ebbe iniziò e diffusione insieme alla nascita e diffusione dell'odierno genere umano, il Cromagnon detto anche sapiens sapiens. Tanto è vero che per Anati l'evoluzione culturale dell'epoca è propriamente una "esplosione dell'arte", per cui il noto paleoantropologo Richard E. Leakey definisce giustamente il periodo del Paleolitico superiore come "l'Età dell'Arte". Risulta, quindi, che l'arte visuale è stata originariamente il fattore determinante nel processo di umanizzazione culturale dei nostri più lontani progenitori. Anzi, si dovrebbe parlare di un vero e proprio "umanesimo" ante litteram. Come è altrettanto rilevante rendersi conto che questo primario strato culturale della nostra specie circoscrive la radice comune dell'intera umanità, oltre a rappresentar la matrice antropologiche della creatività umana. In questo contesto, uno dei primi grandi paleoantropologi, André Leroi-Gourhan, descrisse il Paleolitico come "le radici del mondo". Rimane solo da sottolineare che la promozione per la consapevolezza di questa comune identità antropologica, in quanto sottende a tutte le divisioni culturali fomentate dalla storia, rappresenta una comune matrice di riferimento per una evoluzione antropologica del genere umano che dovrà pur giungere a creare una  società planetaria composta da cittadini del mondo che si sentono, come ogni unità culturale, uniti da origini comuni.